Mt 7,21.24-27
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande”.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande”.
IL COMMENTO
E' vero. Ci piace, normalmente, parlarci addosso. E annegare chi ci sta intorno con fiumi di parole. Ci sembra che i nostri discorsi scolpiscano la nostra figura nella vita degli altri, ogni parola un colpo di scalpello nella memoria del prossimo. Nelle parole trasferiamo i nostri sentimenti, le nostre idee, e ne facciamo gli ambasciatori del nostro io. Più spesso, riconosciamolo, sono armi puntate alla tempia di chi ci si mette contro, o si risolvono in semplici contenitori di bugie, frottole gonfiate per difenderci o affermarci.
Avvertivano i Padri, da Agostino a Leone Magno, della possibilità molto concreta che gli annunciatori della Parola possano divenire megafoni di se stessi e delle proprie fobie. Cembali che tintinnano. E' vero, la parola è uno strumento indifeso, è facilmente strumentalizzabile, gli usi possibili sono infiniti. Ma di fronte alla storia, alla cruda realtà della vita, ogni parola è costretta a rivelarsi per quello che è: menzogna o verità. Non basta dire, occorre che il detto abbia un contenuto, e che sia vero. Non basta gridare e affermare, occorre che le parole abbiano un fondamento nella vita vissuta, che siano "ragionevoli", "sagge", che si possano comprendere perchè dimostrabili. Che siano un annuncio o una testimonianza che sgorgano da un'esperienza.
Il liquido di contrasto d'ogni parola è la volontà di Dio. Compiuta o non compiuta. Le menzogne hanno le gambe corte, non reggono il passo della storia. Una casa o è costruita sulla Roccia, sull'ascolto della Parola fatta carne che ha il potere di realizzarsi, o è costruita sulla sabbia, sui "vorrei ma ho tanto da fare, i buoi, il lavoro, lo studio, l'attività pastorale, la famiglia....". La sofferenza, le difficoltà, la Croce rivelano il valore delle nostre parole. E appare la nostra stoltezza. Nella storia si spogliano i nostri discorsi e si svelano le nudità. Carne o fumo. Se è Parola fatta carne, si entra nella storia, magari sbuffando, ma si entra. E si rimane lì, crocifissi, perchè è lì che c'è la vita e perchè è sulla croce che sta Cristo, vivo, e noi con Lui. Oppure è fumo, e un po' di vento, una corrente d'aria d'un rimprovero, qualcosa che non va per il verso giusto, o un torrente in piena, una malattia, un fallimento e tutta l'impalcatura della nostra vita così soavemente pubblicizzata dalle nostre parole svanisce senza lasciar traccia, se non quelle della disperazione. Una rovina grande e le false certezze, le vuote speranze crollano senza rimedio.
La saggezza è fare la volontà di Dio. Ma è difficile. Impossibile. I libri sapienziali abbondano di sentenze sulle vuote parole non accompagnate dai fatti. Ma è così naturale per noi, parlare è quasi già un agire, sembra che per aver detto qualcosa sia già come avere cominciato a realizzarlo. Ma non è vero. Ci illudiamo e basta. Per questo oggi appare un angelo nella nostra vita, lo stesso che visitò Maria nella casa di Nazaret: "Non temere, nulla è impossibile a Dio!". E' sufficiente sostituire la preghiera alle parole. Inginocchiarsi, come Maria, e rimettere la propria incapacità, la propria debolezza nelle mani del Padre. Come Gesù nell'orto degli ulivi. Siamo deboli, non possiamo, abbiamo altre volontà e altri desideri. Abbiamo paura. Ma Gesù ha pregato per tutti noi, perchè anche noi possiamo approfittare della Sua preghiera, delle Sue Parole. "Amici miei, non abbiate paura di puntare su Cristo! Abbiate nostalgia di Cristo, come fondamento della vita! Accendete in voi il desiderio di costruire la vostra vita con Lui e per Lui! Perché non può perdere colui che punta tutto sull'amore crocifisso del Verbo incarnato" (Benedetto XVI).
Esse si compiono in noi. Oggi. Con Gesù e Sua Madre oggi possiamo prostrarci e implorare che si compia in noi secondo le Parole che Dio ha detto per noi. Che si realizzi la Sua volontà in noi. Si tratta solo di abbandonarsi al Signore attraverso Maria, nella Chiesa, in un cammino di pace, quella di chi fa la volontà di Dio. Gratuitamente, come un dono del Padre. Ai piedi di Gesù proseguiamo il nostro Avvento.
Evangelio según San Mateo 7,21.24-27.
No son los que me dicen: 'Señor, Señor', los que entrarán en el Reino de los Cielos, sino los que cumplen la voluntad de mi Padre que está en el cielo.
Así, todo el que escucha las palabras que acabo de decir y las pone en práctica, puede compararse a un hombre sensato que edificó su casa sobre roca.
Cayeron las lluvias, se precipitaron los torrentes, soplaron los vientos y sacudieron la casa; pero esta no se derrumbó porque estaba construida sobre roca.
Al contrario, el que escucha mis palabras y no las practica, puede compararse a un hombre insensato, que edificó su casa sobre arena.
Cayeron las lluvias, se precipitaron los torrentes, soplaron los vientos y sacudieron la casa: esta se derrumbó, y su ruina fue grande".
No son los que me dicen: 'Señor, Señor', los que entrarán en el Reino de los Cielos, sino los que cumplen la voluntad de mi Padre que está en el cielo.
Así, todo el que escucha las palabras que acabo de decir y las pone en práctica, puede compararse a un hombre sensato que edificó su casa sobre roca.
Cayeron las lluvias, se precipitaron los torrentes, soplaron los vientos y sacudieron la casa; pero esta no se derrumbó porque estaba construida sobre roca.
Al contrario, el que escucha mis palabras y no las practica, puede compararse a un hombre insensato, que edificó su casa sobre arena.
Cayeron las lluvias, se precipitaron los torrentes, soplaron los vientos y sacudieron la casa: esta se derrumbó, y su ruina fue grande".
COMENTARIO
Es verdad. Nos gusta, normalmente, hablarnos encima. Y ahogar quién nos está alrededor con ríos de palabras. Nos parece que nuestros discursos tallen nuestra figura en la vida de los otros, cada palabra un golpe de cincel en la memoria del próximo. En las palabras trasladamos nuestros sentimientos, nuestras ideas, y hacemos de ellas los embajadores de nuestro yo. Más a menudo, reconozcámoslo, las palabras son armas en la sien de quien se mete en contra de nosotros, o simples contenedores de mentiras, patrañas infladas para defendernos o afirmarnos.
Los Padres, de Agostino a Leon Magno, advirtieron de la posibilidad muy concreta que los anunciadores de la Palabra puedan volverse megáfonos de si mismos y de sus propias fobias. Panderetas que tintinean. Es verdad, la palabra es un instrumento indefenso, es fácilmente strumentalizzabile, los empleos posibles son infinitos. Pero frente a la historia, a la cruda realidad de la vida, cada palabra es obligada a revelarse por lo que es: mentira o verdad. No basta con decir, hace falta que el dicho tenga un contenido, y que sea verdadero. No basta con gritar y afirmar, hace falta que las palabras tengan un fundamento en la vida experimentada, que sean "razonables", "sabias", que se puedan comprender porque demostrables. Qué sean un anuncio o un testimonio que desatascan de una experiencia.
El líquido de contraste de cada palabra es la voluntad de Dios. Cumplida o no cumplida. Las mentiras tienen las piernas cortas, no pueden con el paso de la historia. Una casa o es construida sobre la Roca, sobre la escucha de la Palabra hecha carne que tiene el poder de realizarse, o es construida sobre la arena, sobre los "querría pero tengo mucho de hacer, los bueyes, el trabajo, el estudio, la actividad pastoral, la familia....". El sufrimiento, las dificultades, la Cruz revelan el valor de nuestras palabras. Y aparece nuestra necedad. En la historia se desvisten nuestros discursos y se revelan las desnudeces. Carne o humo. Si es Palabra hecha carne, se entra en la historia, a lo mejor jadeando, pero se entra en la realidad quedandose allí, crucifijcados; porque es allí que hay la vida y porque es sobre la cruz que está Cristo, vivo, y nosotros con Él.
O bien es humo y un poquito de viento, la corriente de aire de un reproche, algo que no va por el verso justo, o un arroyo en riada, una enfermedad, una fracaso y todo el andamio de nuestra vida tan suavemente anunciados por nuestras palabras se desvanece sin dejar traza, si no aquellas de la desesperación. Una ruina grande y las falsas certezas, las vacías esperanzas se derrumban sin remedio.
La sabiduría es hacer la voluntad de Dios. Pero es difícil. Imposible. Los libros sapienciales abundan de sentencias sobre las vacías palabras no acompañadas por los hechos. Pero es tan natural para nosotros, hablar casi ya es un actuar, parece que haber dicho algo sea ya como haber empezado a realizarlo. Pero no es verdad. Nos ilusionamos y es suficiente ya. Por eso hoy aparece un ángel en nuestra vida, el mismo que visitó Maria en la casa de Nazaret: "¡No temas, nada es imposible a Dios!". Es suficiente reemplazar la oracion a las palabras. Arrodillarse, como Maria, y reponer nuestra incapacidad, nuestra debilidad en las manos del Padre. Cómo Jesús en el Getsemani. Somos débiles, no podemos, tenemos otras voluntades y otros deseos. Tenemos miedo. Pero Jesús ha rogado por todos nosotros, porque también nosotros podemos aprovechar Su oracion, de Sus Palabras. "¡Amigos, no tengais miedo de apostar a Cristo! ¡Tened nostalgia de Cristo como fundamento de la vida! ¡Encénded en vosotros el deseo de construir vuestra vida con Él y por Él! Porque no puede perder al que apuesta todo al amor crucificado del Verbo encarnado" (Benedicto XVI).
Las Palabras de Dios se cumplen en nosotros. Hoy. Con Jesús y Su Madre hoy podemos derribarnos y suplicar que se cumpla en nosotros según las Palabras que Dios ha dicho por nosotros. Qué se realize Su voluntad en nosotros. Se trata sólo de entregarse al Señor por medio de Maria, en la Iglesia, en un camino de paz, aquel de quien hace la voluntad de Dios. De gratis, como un regalo del Padre. A los pies de Jesús continuamos nuestro Adviento.
Beato John Henry Newman (1801-1890), sacerdote, fondatore di una comunità religiosa, teologo
PPS, vol. IV, n° 22
PPS, vol. IV, n° 22
« Per entrare nel regno dei cieli, bisogna fare la volontà del Padre mio »
Anno dopo anno, il tempo trascorre in silenzio ; la venuta di Cristo si fa sempre più vicina. Se soltanto potessimo avvicinarci a lui, come egli si avvicina alla terra ! O fratelli miei, pregatelo affinché vi dia il coraggio di cercarlo in tutta sincerità. Pregatelo perché vi renda ardenti... Pregatelo affinché vi dia ciò che la Scrittura chiama « un cuore buono e onesto », o « un cuore perfetto » (Lc 8, 15), e, senza aspettare, cominciate subito ad obbedirgli con il cuore disposto al meglio. L'obbedienza foss'anche minima vale più del non obbedire...
Dovete cercare il suo volto (Sal 27, 8) ; l'obbedienza è l'unico modo di cercarlo. Tutti i nostri doveri sono obbedienza... Fare ciò che egli domanda, questo è obbedirgli. E obbedirgli è avvicinarsi a lui. Ogni atto di obbedienza ci avvicina a lui che, malgrado le apparenze, non è lontano bensì vicinissimo dietro la realtà materiale nella quale viviamo ; la terra e il cielo sono soltanto un velo fra lui e noi ; verrà il giorno in cui egli strapperà questo velo e si mostrerà a noi. E allora a seconda del modo in cui l'abbiamo aspettato, ci ricompenserà. Se l'abbiamo dimenticato, non ci riconoscerà ; invece, « beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli » (Lc 12, 37). Tale sia la sorte di ognuno di noi ! È difficile giungere a questo, ma non giungervi è affliggente. La vita è breve, la morte è certa, e il mondo che viene è eterno.
Dovete cercare il suo volto (Sal 27, 8) ; l'obbedienza è l'unico modo di cercarlo. Tutti i nostri doveri sono obbedienza... Fare ciò che egli domanda, questo è obbedirgli. E obbedirgli è avvicinarsi a lui. Ogni atto di obbedienza ci avvicina a lui che, malgrado le apparenze, non è lontano bensì vicinissimo dietro la realtà materiale nella quale viviamo ; la terra e il cielo sono soltanto un velo fra lui e noi ; verrà il giorno in cui egli strapperà questo velo e si mostrerà a noi. E allora a seconda del modo in cui l'abbiamo aspettato, ci ricompenserà. Se l'abbiamo dimenticato, non ci riconoscerà ; invece, « beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli » (Lc 12, 37). Tale sia la sorte di ognuno di noi ! È difficile giungere a questo, ma non giungervi è affliggente. La vita è breve, la morte è certa, e il mondo che viene è eterno.
San Agustín (354-430), obispo de Hipona (África del Norte) y doctor de la Iglesia
Sermones sobre los salmos, salmo 95, § 4
Sermones sobre los salmos, salmo 95, § 4
Construir una casa
[El salmista dice:] «Grande es el Señor y muy digno de alabanza» (95,4). ¿Quién es este Señor grande y digno de alabanza si no el mismo Jesucristo? Seguro que sabéis que se apareció como hombre; sabéis que fue concebido en el seno de una mujer, que nació de su seno, que fe amamantado, llevado en sus brazos, circuncidado y que por él se presentó una ofrenda (Lc 2,24), y que creció. Sabéis también que fue abofeteado, cubierto de salivazos, coronado de espinas y crucificado, y que murió y fue traspasado por una lanza. Sabéis que sufrió todo esto: sí, «grande es el Señor y muy digno de alabanza». Guardaos bien de menospreciar su pequeñez; comprended su grandeza. Se hizo pequeño porque vosotros erais pequeños: comprended también cuán grande es, y seréis grandes con él. Es así como se construye una casa, así es como se levantan los grandes muros de una casa. Las piedras que traen para construir este edificio se hacen grandes: creced también vosotros, comprended cuán grande es Cristo, cuán grande es, muy grande, el que parece pequeño...
¿Qué puede decir la lengua humana para alabar al que es grande? Al decir «muy» grande, lo que hace es esforzarse para expresar lo que siente y cree..., pero es como si dijera: «Eso que no puedo expresar, intenta captarlo con el pensamiento; y, sin embargo, debes saber que eso que habrás captado es muy poca cosa». Lo que sobrepasa a todo pensamiento ¿cómo puede una lengua cualquiera traducirlo? «¡Grande es el Señor y muy digno de alabanza!» Que él sea alabado, predicado, que sea anunciada su gloria, y sea elevada su mansión.
¿Qué puede decir la lengua humana para alabar al que es grande? Al decir «muy» grande, lo que hace es esforzarse para expresar lo que siente y cree..., pero es como si dijera: «Eso que no puedo expresar, intenta captarlo con el pensamiento; y, sin embargo, debes saber que eso que habrás captado es muy poca cosa». Lo que sobrepasa a todo pensamiento ¿cómo puede una lengua cualquiera traducirlo? «¡Grande es el Señor y muy digno de alabanza!» Que él sea alabado, predicado, que sea anunciada su gloria, y sea elevada su mansión.
VIAGGIO APOSTOLICO
DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
IN POLONIA
DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
IN POLONIA
DISCORSO DEL SANTO PADRE
INCONTRO CON I GIOVANI
Kraków-Błonie, 27 maggio 2006
Gesù dunque è qui con noi. Egli è presente tra i giovani della terra polacca, per parlare loro di una casa, che non crollerà mai, perché edificata sulla roccia. È la parola evangelica che abbiamo poc'anzi ascoltato (cfr Mt 7, 24-27).
Nel cuore di ogni uomo c'è, amici miei, il desiderio di una casa. Tanto più in un cuore giovane c'è il grande anelito ad una casa propria, che sia solida, nella quale non soltanto si possa tornare con gioia, ma anche con gioia si possa accogliere ogni ospite che viene. È la nostalgia di una casa nella quale il pane quotidiano sia l'amore, il perdono, la necessità di comprensione, nella quale la verità sia la sorgente da cui sgorga la pace del cuore. È la nostalgia di una casa di cui si possa essere orgogliosi, di cui non ci si debba vergognare e della quale non si debba mai piangere il crollo. Questa nostalgia non è che il desiderio di una vita piena, felice, riuscita. Non abbiate paura di questo desiderio! Non lo sfuggite! Non vi scoraggiate alla vista delle case crollate, dei desideri vanificati, delle nostalgie svanite. Dio Creatore, che infonde in un giovane cuore l'immenso desiderio della felicità, non lo abbandona poi nella faticosa costruzione di quella casa che si chiama vita.
Amici miei, una domanda si impone: "Come costruire questa casa?". È una domanda che sicuramente si è già affacciata molte volte al vostro cuore e che ancora tante volte ritornerà. È una domanda che è doveroso porre a se stessi non una volta soltanto. Ogni giorno deve stare davanti agli occhi del cuore: come costruire quella casa chiamata vita? Gesù, le cui parole abbiamo ascoltato nella redazione dell'evangelista Matteo, ci esorta a costruire sulla roccia. Soltanto così infatti la casa non crollerà. Ma che cosa vuol dire costruire la casa sulla roccia? Costruire sulla roccia vuol dire prima di tutto: costruire su Cristo e con Cristo. Gesù dice: "Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia" (Mt 7, 24). Non si tratta qui di parole vuote dette da una persona qualsiasi, ma delle parole di Gesù. Non si tratta di ascoltare una persona qualunque, ma di ascoltare Gesù. Non si tratta di compiere una cosa qualsiasi, ma di compiere le parole di Gesù.
Costruire su Cristo e con Cristo significa costruire su un fondamento che si chiama amore crocifisso. Vuol dire costruire con Qualcuno che, conoscendoci meglio di noi stessi, ci dice: "Tu sei prezioso ai miei occhi, ...sei degno di stima e io ti amo" (Is 43, 4). Vuol dire costruire con Qualcuno che è sempre fedele, anche se noi manchiamo di fedeltà, perché egli non può rinnegare se stesso (cfr 2 Tm 2, 13). Vuol dire costruire con Qualcuno che si china costantemente sul cuore ferito dell'uomo e dice: "Non ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più" (cfr Gv 8, 11). Vuol dire costruire con Qualcuno, che dall'alto della croce stende le sue braccia, per ripetere per tutta l'eternità: "Io do la mia vita per te, uomo, perché ti amo". Costruire su Cristo vuol dire infine fondare sulla sua volontà tutti i propri desideri, le attese, i sogni, le ambizioni e tutti i propri progetti. Significa dire a se stessi, alla propria famiglia, ai propri amici e al mondo intero e soprattutto a Cristo: "Signore, nella vita non voglio fare nulla contro di Te, perché Tu sai che cosa è il meglio per me. Solo Tu hai parole di vita eterna" (cfr Gv 6, 68). Amici miei, non abbiate paura di puntare su Cristo! Abbiate nostalgia di Cristo, come fondamento della vita! Accendete in voi il desiderio di costruire la vostra vita con Lui e per Lui! Perché non può perdere colui che punta tutto sull'amore crocifisso del Verbo incarnato.
Costruire sulla roccia significa costruire su Cristo e con Cristo, che è la roccia. Nella Prima Lettera ai Corinzi san Paolo, parlando del cammino del popolo eletto attraverso il deserto, spiega che tutti "bevvero ... da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo" (1 Cor 10, 4). I padri del popolo eletto certamente non sapevano che quella roccia era Cristo. Non erano consapevoli di essere accompagnati da Colui il quale, quando sarebbe venuta la pienezza dei tempi, si sarebbe incarnato, assumendo un corpo umano. Non avevano bisogno di comprendere che la loro sete sarebbe stata soddisfatta dalla Sorgente stessa della vita, capace di offrire l'acqua viva per dissetare ogni cuore. Bevvero tuttavia a questa roccia spirituale che è Cristo, perché avevano nostalgia dell'acqua della vita, ne avevano bisogno. In cammino sulle strade della vita, forse a volte non siamo consapevoli della presenza di Gesù. Ma proprio questa presenza, viva e fedele, la presenza nell'opera della creazione, la presenza nella Parola di Dio e nell'Eucaristia, nella comunità dei credenti e in ogni uomo redento dal prezioso Sangue di Cristo, questa presenza è la fonte inesauribile della forza umana. Gesù di Nazaret, Dio che si è fatto Uomo, sta accanto a noi nella buona e nella cattiva sorte e ha sete di questo legame, che è in realtà il fondamento dell'autentica umanità. Leggiamo nell'Apocalisse queste significative parole: "Ecco sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Ap3, 20).
Amici miei, che cosa vuol dire costruire sulla roccia? Costruire sulla roccia significa anche costruire su Qualcuno che è stato rifiutato. San Pietro parla ai suoi fedeli di Cristo come di una "pietra viva rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio" (1 Pt 2, 4). Il fatto innegabile dell'elezione di Gesù da parte di Dio non nasconde il mistero del male, a causa del quale l'uomo è capace di rigettare Colui che lo ha amato sino alla fine. Questo rifiuto di Gesù da parte degli uomini, menzionato da san Pietro, si protrae nella storia dell'umanità e giunge anche ai nostri tempi. Non occorre una grande acutezza di mente per scorgere le molteplici manifestazioni del rigetto di Gesù, anche lì dove Dio ci ha concesso di crescere. Più volte Gesù è ignorato, è deriso, è proclamato re del passato, ma non dell'oggi e tanto meno del domani, viene accantonato nel ripostiglio di questioni e di persone di cui non si dovrebbe parlare ad alta voce e in pubblico. Se nella costruzione della casa della vostra vita incontrate coloro che disprezzano il fondamento su cui voi state costruendo, non vi scoraggiate! Una fede forte deve attraversare delle prove. Una fede viva deve sempre crescere. La nostra fede in Gesù Cristo, per rimanere tale, deve spesso confrontarsi con la mancanza di fede degli altri.
Cari amici, che cosa vuol dire costruire sulla roccia? Costruire sulla roccia vuol dire essere consapevoli che si avranno delle contrarietà. Cristo dice: "Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono sulla casa..." (Mt 7, 25). Questi fenomeni naturali non sono soltanto l'immagine delle molteplici contrarietà della sorte umana, ma ne indicano anche la normale prevedibilità. Cristo non promette che su una casa in costruzione non cadrà mai un acquazzone, non promette che un'onda rovinosa non travolgerà ciò che per noi è più caro, non promette che venti impetuosi non porteranno via ciò che abbiamo costruito a volte a prezzo di enormi sacrifici. Cristo comprende non solo l'aspirazione dell'uomo ad una casa duratura, ma è pienamente consapevole anche di tutto ciò che può ridurre in rovina la felicità dell'uomo. Non vi meravigliate dunque delle contrarietà, qualunque esse siano! Non vi scoraggiate a motivo di esse! Un edificio costruito sulla roccia non equivale ad una costruzione sottratta al gioco delle forze naturali, iscritte nel mistero dell'uomo. Aver costruito sulla roccia significa poter contare sulla consapevolezza che nei momenti difficili c'è una forza sicura su cui fare affidamento.
Amici miei, consentitemi di insistere: che cosa vuol dire costruire sulla roccia? Vuol dire costruire con saggezza. Non senza un motivo Gesù paragona coloro che ascoltano le sue parole e le mettono in pratica a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. È stoltezza, infatti, costruire sulla sabbia, quando si può farlo sulla roccia, avendo così una casa in grado di resistere ad ogni bufera. È stoltezza costruire la casa su un terreno che non offre le garanzie di reggere nei momenti più difficili. Chissà, forse è anche più facile fondare la propria vita sulle sabbie mobili della propria visione del mondo, costruire il proprio futuro lontano dalla parola di Gesù, e a volte perfino contro di essa. Resta tuttavia che chi costruisce in questo modo non è prudente, perché vuol persuadere se stesso e gli altri che nella sua vita non si scatenerà alcuna tempesta, che nessuna onda colpirà la sua casa. Essere saggio significa sapere che la solidità della casa dipende dalla scelta del fondamento. Non abbiate paura di essere saggi, cioè non abbiate paura di costruire sulla roccia!
Amici miei, ancora una volta: che cosa vuol dire costruire sulla roccia? Costruire sulla roccia vuol dire anche costruire su Pietro e con Pietro. A lui infatti il Signore disse: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Mt 16, 16). Se Cristo, la Roccia, la pietra viva e preziosa, chiama il suo Apostolo pietra, significa che egli vuole che Pietro, e insieme a lui la Chiesa intera, siano segno visibile dell'unico Salvatore e Signore. Qui, a Cracovia, la città prediletta del mio Predecessore Giovanni Paolo II, le parole sul costruire con Pietro e su Pietro non stupiscono certo nessuno. Perciò vi dico: non abbiate paura a costruire la vostra vita nella Chiesa e con la Chiesa! Siate fieri dell'amore per Pietro e per la Chiesa a lui affidata. Non vi lasciate illudere da coloro che vogliono contrapporre Cristo alla Chiesa! C'è un'unica roccia sulla quale vale la pena di costruire la casa. Questa roccia è Cristo. C'è solo una pietra su cui vale la pena di poggiare tutto. Questa pietra è colui a cui Cristo ha detto: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa" (Mt 16, 18). Voi giovani avete conosciuto bene il Pietro dei nostri tempi. Perciò non dimenticate che né quel Pietro che sta osservando il nostro incontro dalla finestra di Dio Padre, né questo Pietro che ora sta dinanzi a voi, né nessun Pietro successivo sarà mai contro di voi, né contro la costruzione di una casa durevole sulla roccia. Anzi, impegnerà il suo cuore ed entrambe le mani nell'aiutarvi a costruire la vita su Cristo e con Cristo.
Cari amici, meditando le parole di Cristo sulla roccia come fondamento adeguato per la casa, non possiamo non rilevare che l'ultima parola è una parola di speranza. Gesù dice che, nonostante lo scatenarsi degli elementi, la casa non è crollata, perché era fondata sulla roccia. In questa sua parola c'è una straordinaria fiducia nella forza del fondamento, la fede che non teme smentite perché confermata dalla morte e risurrezione di Cristo. Questa è la fede che, dopo anni, verrà confessata da san Pietro nella sua lettera: "Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso" (1 Pt 2, 6). Certamente "Non resterà confuso...". Cari giovani amici, la paura dell'insuccesso può a volte frenare perfino i sogni più belli. Può paralizzare la volontà e rendere incapaci di credere che possa esistere una casa costruita sulla roccia. Può persuadere che la nostalgia della casa è soltanto un desiderio giovanile e non un progetto per la vita. Insieme a Gesù dite a questa paura: "Non può cadere una casa fondata sulla roccia"! Insieme con san Pietro dite alla tentazione del dubbio: "Chi crede in Cristo non resterà confuso!". Siate testimoni della speranza, di quella speranza che non teme di costruire la casa della propria vita, perché sa bene di poter contare sul fondamento che non crollerà mai: Gesù Cristo nostro Signore.
VIAJE APOSTÓLICO
DE SU SANTIDAD BENEDICTO XVI
A POLONIA
DE SU SANTIDAD BENEDICTO XVI
A POLONIA
ENCUENTRO CON LOS JÓVENES
Cracovia-Błonia, sábado 27 de mayo de 2006
Amigos míos, en el corazón de cada hombre existe el deseo de una casa. En un corazón joven existe con mayor razón el gran anhelo de una casa propia, que sea sólida, a la que no sólo se pueda volver con alegría, sino también en la que se pueda acoger con alegría a todo huésped que llegue. Es la nostalgia de una casa en la que el pan de cada día sea el amor, el perdón, la necesidad de comprensión, en la que la verdad sea la fuente de la que brota la paz del corazón.
Es la nostalgia de una casa de la que se pueda estar orgulloso, de la que no se deba avergonzar y por cuya destrucción jamás se deba llorar. Esta nostalgia no es más que el deseo de una vida plena, feliz, realizada. No tengáis miedo de este deseo. No lo evitéis. No os desaniméis a la vista de las casas que se han desplomado, de los deseos que no se han realizado, de las nostalgias que se han disipado. Dios Creador, que infunde en un corazón joven el inmenso deseo de felicidad, no lo abandona después en la ardua construcción de la casa que se llama vida.
Amigos míos, se impone una pregunta: "¿Cómo construir esta casa?". Es una pregunta que seguramente ya os habéis planteado muchas veces en vuestro corazón y que volveréis a plantearos muchas veces. Es una pregunta que es preciso hacerse a sí mismos no solamente una vez. Cada día debe estar ante los ojos del corazón: ¿cómo construir la casa llamada vida? Jesús, cuyas palabras hemos escuchado en el pasaje del evangelio según san Mateo, nos exhorta a construir sobre roca. En efecto, solamente así la casa no se desplomará.
Pero ¿qué quiere decir construir la casa sobre roca? Construir sobre roca quiere decir ante todo: construir sobre Cristo y con Cristo. Jesús dice: "Así pues, todo el que oiga estas palabras mías y las ponga en práctica, será como el hombre prudente que construyó su casa sobre roca" (Mt 7, 24). Aquí no se trata de palabras vacías, dichas por una persona cualquiera, sino de las palabras de Jesús. No se trata de escuchar a una persona cualquiera, sino de escuchar a Jesús. No se trata de cumplir cualquier cosa, sino de cumplir las palabras de Jesús.
Construir sobre Cristo y con Cristo significa construir sobre un fundamento que se llama amor crucificado. Quiere decir construir con Alguien que, conociéndonos mejor que nosotros mismos, nos dice: "Eres precioso a mis ojos, ... eres estimado, y yo te amo" (Is 43, 4). Quiere decir construir con Alguien que siempre es fiel, aunque nosotros fallemos en la fidelidad, porque él no puede negarse a sí mismo (cf. 2 Tm 2, 13). Quiere decir construir con Alguien que se inclina constantemente sobre el corazón herido del hombre, y dice: "Yo no te condeno. Vete, y en adelante no peques más" (cf. Jn 8, 11). Quiere decir construir con Alguien que desde lo alto de la cruz extiende los brazos para repetir por toda la eternidad: "Yo doy mi vida por ti, hombre, porque te amo".
Por último, construir sobre Cristo quiere decir fundar sobre su voluntad todos nuestros deseos, expectativas, sueños, ambiciones, y todos nuestros proyectos. Significa decirse a sí mismo, a la propia familia, a los amigos y al mundo entero y, sobre todo, a Cristo: "Señor, en la vida no quiero hacer nada contra ti, porque tú sabes lo que es mejor para mí. Sólo tú tienes palabras de vida eterna" (cf. Jn 6, 68). Amigos míos, no tengáis miedo de apostar por Cristo. Tened nostalgia de Cristo, como fundamento de la vida. Encended en vosotros el deseo de construir vuestra vida con él y por él. Porque no puede perder quien lo apuesta todo por el amor crucificado del Verbo encarnado.
Construir sobre roca significa construir sobre Cristo y con Cristo, que es la roca. En la primera carta a los Corintios san Pablo, hablando del camino del pueblo elegido a través del desierto, explica que todos "bebieron... de la roca espiritual que los acompañaba; y la roca era Cristo" (1 Co10, 4). Ciertamente, los padres del pueblo elegido no sabían que esa roca era Cristo. No eran conscientes de que los acompañaba Aquel que, cuando llegaría la plenitud de los tiempos, se encarnaría, asumiendo un cuerpo humano. No necesitaban comprender que apagaría su sed el Manantial mismo de la vida, capaz de ofrecer el agua viva para saciar la sed de todo corazón. Sin embargo, bebieron de esta roca espiritual que es Cristo, porque sentían nostalgia del agua de la vida, la necesitaban.
Mientras caminamos por las sendas de la vida, a veces quizá no somos conscientes de la presencia de Jesús. Pero precisamente esta presencia viva y fiel, la presencia en la obra de la creación, la presencia en la palabra de Dios y en la Eucaristía, en la comunidad de los creyentes y en todo hombre redimido por la preciosa sangre de Cristo, esta presencia es la fuente inagotable de la fuerza humana. Jesús de Nazaret, Dios que se hizo hombre, está a nuestro lado en los momentos felices y en las adversidades, y desea esta relación, que es en realidad el fundamento de la auténtica humanidad. En el Apocalipsis leemos estas significativas palabras: "Mira que estoy a la puerta y llamo; si alguno oye mi voz y me abre la puerta, entraré en su casa y cenaré con él y él conmigo" (Ap 3, 20).
Amigos míos, ¿qué quiere decir construir sobre roca? Construir sobre roca significa también construir sobre Alguien che fue rechazado. San Pedro habla a sus fieles de Cristo como de una "piedra viva, desechada por los hombres, pero elegida, preciosa ante Dios" (1 P 2, 4). El hecho innegable de la elección de Jesús por parte de Dios no esconde el misterio del mal, a causa del cual el hombre es capaz de rechazar a Aquel que lo ha amado hasta el extremo. Este rechazo de Jesús por parte de los hombres, mencionado por san Pedro, se prolonga en la historia de la humanidad y llega también a nuestros días.
No se necesita una gran agudeza para descubrir las múltiples manifestaciones del rechazo de Jesús, incluso donde Dios nos ha concedido crecer. Muchas veces Jesús es ignorado, es escarnecido, es proclamado rey del pasado, pero no del hoy y mucho menos del mañana; es arrumbado en el armario de cuestiones y de personas de las que no se debería hablar en voz alta y en público. Si en la construcción de la casa de vuestra vida os encontráis con los que desprecian el fundamento sobre el que estáis construyendo, no os desaniméis. Una fe fuerte debe superar las pruebas. Una fe viva debe crecer siempre. Nuestra fe en Jesucristo, para seguir siendo tal, debe confrontarse a menudo con la falta de fe de los demás.
Queridos amigos, ¿qué quiere decir construir sobre roca? Construir sobre roca quiere decir ser conscientes de que habrá contrariedades. Cristo dice: "Cayó la lluvia, vinieron los torrentes, soplaron los vientos, y embistieron contra aquella casa..." (Mt 7, 25). Estos fenómenos naturales no sólo son la imagen de las múltiples contrariedades de la condición humana; normalmente también son previsibles. Cristo no promete que sobre una casa en construcción no caerá jamás un aguacero; no promete que una ola violenta no derribará lo que para nosotros es más querido; no promete que vientos impetuosos no arrastrarán lo que hemos construido a veces a costa de enormes sacrificios. Cristo no sólo comprende la aspiración del hombre a una casa duradera, sino que también es plenamente consciente de todo lo que puede arruinar la felicidad del hombre. Por eso, no debéis sorprenderos de que surjan contrariedades, cualesquiera que sean. No os desaniméis a causa de ellas. Un edificio construido sobre roca no queda exento de la acción de las fuerzas de la naturaleza, inscritas en el misterio del hombre. Haber construido sobre roca significa tener la certeza de que en los momentos difíciles existe una fuerza segura en la que se puede confiar.
Amigos míos, permitidme que insista: ¿qué quiere decir construir sobre roca? Quiere decir construir con sabiduría. Con razón Jesús compara a quienes oyen sus palabras y las ponen en práctica con un hombre sabio que ha construido su casa sobre roca. En efecto, es insensato construir sobre arena cuando se puede hacer sobre roca, teniendo así una casa capaz de resistir a cualquier tormenta. Es insensato construir la casa sobre un terreno que no ofrece garantías de resistir en los momentos más difíciles. Tal vez sea más fácil fundar nuestra vida sobre las arenas movedizas de nuestra visión del mundo, construir nuestro futuro lejos de la palabra de Jesús, y a veces incluso contra ella. Sin embargo, es evidente que quien construye de este modo no es prudente, porque quiere convencerse a sí mismo y a los demás de que en su vida no se desatará ninguna tormenta, de que ninguna ola se estrellará contra su casa. Ser sabio significa tener en cuenta que la solidez de la casa depende de la elección del fundamento. No tengáis miedo de ser sabios; es decir, no tengáis miedo de construir sobre roca.
Amigos míos, una vez más: ¿qué quiere decir construir sobre roca? Construir sobre roca quiere decir también construir sobre Pedro y con Pedro, pues a él el Señor le dijo: "Tú eres Pedro, y sobre esta piedra edificaré mi Iglesia, y las puertas del infierno no prevalecerán contra ella" (Mt 16, 18). Si Cristo, la Roca, la piedra viva y preciosa, llama a su Apóstol piedra, significa que quiere que Pedro, y con él toda la Iglesia, sean signo visible del único Salvador y Señor.
Es la nostalgia de una casa de la que se pueda estar orgulloso, de la que no se deba avergonzar y por cuya destrucción jamás se deba llorar. Esta nostalgia no es más que el deseo de una vida plena, feliz, realizada. No tengáis miedo de este deseo. No lo evitéis. No os desaniméis a la vista de las casas que se han desplomado, de los deseos que no se han realizado, de las nostalgias que se han disipado. Dios Creador, que infunde en un corazón joven el inmenso deseo de felicidad, no lo abandona después en la ardua construcción de la casa que se llama vida.
Amigos míos, se impone una pregunta: "¿Cómo construir esta casa?". Es una pregunta que seguramente ya os habéis planteado muchas veces en vuestro corazón y que volveréis a plantearos muchas veces. Es una pregunta que es preciso hacerse a sí mismos no solamente una vez. Cada día debe estar ante los ojos del corazón: ¿cómo construir la casa llamada vida? Jesús, cuyas palabras hemos escuchado en el pasaje del evangelio según san Mateo, nos exhorta a construir sobre roca. En efecto, solamente así la casa no se desplomará.
Pero ¿qué quiere decir construir la casa sobre roca? Construir sobre roca quiere decir ante todo: construir sobre Cristo y con Cristo. Jesús dice: "Así pues, todo el que oiga estas palabras mías y las ponga en práctica, será como el hombre prudente que construyó su casa sobre roca" (Mt 7, 24). Aquí no se trata de palabras vacías, dichas por una persona cualquiera, sino de las palabras de Jesús. No se trata de escuchar a una persona cualquiera, sino de escuchar a Jesús. No se trata de cumplir cualquier cosa, sino de cumplir las palabras de Jesús.
Construir sobre Cristo y con Cristo significa construir sobre un fundamento que se llama amor crucificado. Quiere decir construir con Alguien que, conociéndonos mejor que nosotros mismos, nos dice: "Eres precioso a mis ojos, ... eres estimado, y yo te amo" (Is 43, 4). Quiere decir construir con Alguien que siempre es fiel, aunque nosotros fallemos en la fidelidad, porque él no puede negarse a sí mismo (cf. 2 Tm 2, 13). Quiere decir construir con Alguien que se inclina constantemente sobre el corazón herido del hombre, y dice: "Yo no te condeno. Vete, y en adelante no peques más" (cf. Jn 8, 11). Quiere decir construir con Alguien que desde lo alto de la cruz extiende los brazos para repetir por toda la eternidad: "Yo doy mi vida por ti, hombre, porque te amo".
Por último, construir sobre Cristo quiere decir fundar sobre su voluntad todos nuestros deseos, expectativas, sueños, ambiciones, y todos nuestros proyectos. Significa decirse a sí mismo, a la propia familia, a los amigos y al mundo entero y, sobre todo, a Cristo: "Señor, en la vida no quiero hacer nada contra ti, porque tú sabes lo que es mejor para mí. Sólo tú tienes palabras de vida eterna" (cf. Jn 6, 68). Amigos míos, no tengáis miedo de apostar por Cristo. Tened nostalgia de Cristo, como fundamento de la vida. Encended en vosotros el deseo de construir vuestra vida con él y por él. Porque no puede perder quien lo apuesta todo por el amor crucificado del Verbo encarnado.
Construir sobre roca significa construir sobre Cristo y con Cristo, que es la roca. En la primera carta a los Corintios san Pablo, hablando del camino del pueblo elegido a través del desierto, explica que todos "bebieron... de la roca espiritual que los acompañaba; y la roca era Cristo" (1 Co10, 4). Ciertamente, los padres del pueblo elegido no sabían que esa roca era Cristo. No eran conscientes de que los acompañaba Aquel que, cuando llegaría la plenitud de los tiempos, se encarnaría, asumiendo un cuerpo humano. No necesitaban comprender que apagaría su sed el Manantial mismo de la vida, capaz de ofrecer el agua viva para saciar la sed de todo corazón. Sin embargo, bebieron de esta roca espiritual que es Cristo, porque sentían nostalgia del agua de la vida, la necesitaban.
Mientras caminamos por las sendas de la vida, a veces quizá no somos conscientes de la presencia de Jesús. Pero precisamente esta presencia viva y fiel, la presencia en la obra de la creación, la presencia en la palabra de Dios y en la Eucaristía, en la comunidad de los creyentes y en todo hombre redimido por la preciosa sangre de Cristo, esta presencia es la fuente inagotable de la fuerza humana. Jesús de Nazaret, Dios que se hizo hombre, está a nuestro lado en los momentos felices y en las adversidades, y desea esta relación, que es en realidad el fundamento de la auténtica humanidad. En el Apocalipsis leemos estas significativas palabras: "Mira que estoy a la puerta y llamo; si alguno oye mi voz y me abre la puerta, entraré en su casa y cenaré con él y él conmigo" (Ap 3, 20).
Amigos míos, ¿qué quiere decir construir sobre roca? Construir sobre roca significa también construir sobre Alguien che fue rechazado. San Pedro habla a sus fieles de Cristo como de una "piedra viva, desechada por los hombres, pero elegida, preciosa ante Dios" (1 P 2, 4). El hecho innegable de la elección de Jesús por parte de Dios no esconde el misterio del mal, a causa del cual el hombre es capaz de rechazar a Aquel que lo ha amado hasta el extremo. Este rechazo de Jesús por parte de los hombres, mencionado por san Pedro, se prolonga en la historia de la humanidad y llega también a nuestros días.
No se necesita una gran agudeza para descubrir las múltiples manifestaciones del rechazo de Jesús, incluso donde Dios nos ha concedido crecer. Muchas veces Jesús es ignorado, es escarnecido, es proclamado rey del pasado, pero no del hoy y mucho menos del mañana; es arrumbado en el armario de cuestiones y de personas de las que no se debería hablar en voz alta y en público. Si en la construcción de la casa de vuestra vida os encontráis con los que desprecian el fundamento sobre el que estáis construyendo, no os desaniméis. Una fe fuerte debe superar las pruebas. Una fe viva debe crecer siempre. Nuestra fe en Jesucristo, para seguir siendo tal, debe confrontarse a menudo con la falta de fe de los demás.
Queridos amigos, ¿qué quiere decir construir sobre roca? Construir sobre roca quiere decir ser conscientes de que habrá contrariedades. Cristo dice: "Cayó la lluvia, vinieron los torrentes, soplaron los vientos, y embistieron contra aquella casa..." (Mt 7, 25). Estos fenómenos naturales no sólo son la imagen de las múltiples contrariedades de la condición humana; normalmente también son previsibles. Cristo no promete que sobre una casa en construcción no caerá jamás un aguacero; no promete que una ola violenta no derribará lo que para nosotros es más querido; no promete que vientos impetuosos no arrastrarán lo que hemos construido a veces a costa de enormes sacrificios. Cristo no sólo comprende la aspiración del hombre a una casa duradera, sino que también es plenamente consciente de todo lo que puede arruinar la felicidad del hombre. Por eso, no debéis sorprenderos de que surjan contrariedades, cualesquiera que sean. No os desaniméis a causa de ellas. Un edificio construido sobre roca no queda exento de la acción de las fuerzas de la naturaleza, inscritas en el misterio del hombre. Haber construido sobre roca significa tener la certeza de que en los momentos difíciles existe una fuerza segura en la que se puede confiar.
Amigos míos, permitidme que insista: ¿qué quiere decir construir sobre roca? Quiere decir construir con sabiduría. Con razón Jesús compara a quienes oyen sus palabras y las ponen en práctica con un hombre sabio que ha construido su casa sobre roca. En efecto, es insensato construir sobre arena cuando se puede hacer sobre roca, teniendo así una casa capaz de resistir a cualquier tormenta. Es insensato construir la casa sobre un terreno que no ofrece garantías de resistir en los momentos más difíciles. Tal vez sea más fácil fundar nuestra vida sobre las arenas movedizas de nuestra visión del mundo, construir nuestro futuro lejos de la palabra de Jesús, y a veces incluso contra ella. Sin embargo, es evidente que quien construye de este modo no es prudente, porque quiere convencerse a sí mismo y a los demás de que en su vida no se desatará ninguna tormenta, de que ninguna ola se estrellará contra su casa. Ser sabio significa tener en cuenta que la solidez de la casa depende de la elección del fundamento. No tengáis miedo de ser sabios; es decir, no tengáis miedo de construir sobre roca.
Amigos míos, una vez más: ¿qué quiere decir construir sobre roca? Construir sobre roca quiere decir también construir sobre Pedro y con Pedro, pues a él el Señor le dijo: "Tú eres Pedro, y sobre esta piedra edificaré mi Iglesia, y las puertas del infierno no prevalecerán contra ella" (Mt 16, 18). Si Cristo, la Roca, la piedra viva y preciosa, llama a su Apóstol piedra, significa que quiere que Pedro, y con él toda la Iglesia, sean signo visible del único Salvador y Señor.
Por eso os digo: no tengáis miedo de construir vuestra vida en la Iglesia y con la Iglesia. Sentíos orgullosos del amor a Pedro y a la Iglesia a él encomendada. No os dejéis engañar por quienes quieren contraponer a Cristo y a la Iglesia. Sólo hay una roca sobre la cual vale la pena construir la casa. Esta roca es Cristo. Sólo hay una piedra sobre la cual vale la pena apoyarlo todo. Esta piedra es aquel a quien Cristo dijo: "Tú eres Pedro, y sobre esta piedra edificaré mi Iglesia" (Mt 16, 18). Vosotros, los jóvenes, habéis conocido bien al Pedro de nuestro tiempo. Por eso, no olvidéis que ni aquel Pedro que está observando nuestro encuentro desde la ventana de Dios Padre, ni este Pedro que ahora está delante de vosotros, ni ningún Pedro sucesivo estará nunca contra vosotros, ni contra la construcción de una casa duradera sobre roca. Al contrario, con su corazón y con sus manos os ayudará a construir la vida sobre Cristo y con Cristo.
Queridos amigos, meditando en las palabras de Cristo sobre la roca como fundamento adecuado para la casa, no podemos menos de notar que la última palabra es una palabra de esperanza. Jesús dice que, a pesar de la furia de los elementos, la casa no se desplomó, porque estaba fundada sobre roca. Con estas palabras nos infunde una extraordinaria confianza en la fuerza del fundamento, la fe que no teme ser desmentida porque está confirmada por la muerte y resurrección de Cristo. Esta es la fe que, años después, confesará san Pedro en su carta: "He aquí que coloco en Sión una piedra angular, elegida, preciosa, y el que crea en ella no será confundido" (1 P 2, 6). Ciertamente "no será confundido...".
Queridos jóvenes amigos, el miedo al fracaso a veces puede frenar incluso los sueños más hermosos. Puede paralizar la voluntad e impedir creer que pueda existir una casa construida sobre roca. Puede persuadir de que la nostalgia de la casa es solamente un deseo juvenil y no un proyecto de vida. Como Jesús, decid a este miedo: "¡No puede caer una casa fundada sobre roca!". Como san Pedro, decid a la tentación de la duda: "Quien cree en Cristo, no será confundido". Sed testigos de la esperanza, de la esperanza que no teme construir la casa de la propia vida, porque sabe bien que puede apoyarse en el fundamento que le impedirá caer: Jesucristo, nuestro Señor.
Queridos amigos, meditando en las palabras de Cristo sobre la roca como fundamento adecuado para la casa, no podemos menos de notar que la última palabra es una palabra de esperanza. Jesús dice que, a pesar de la furia de los elementos, la casa no se desplomó, porque estaba fundada sobre roca. Con estas palabras nos infunde una extraordinaria confianza en la fuerza del fundamento, la fe que no teme ser desmentida porque está confirmada por la muerte y resurrección de Cristo. Esta es la fe que, años después, confesará san Pedro en su carta: "He aquí que coloco en Sión una piedra angular, elegida, preciosa, y el que crea en ella no será confundido" (1 P 2, 6). Ciertamente "no será confundido...".
Queridos jóvenes amigos, el miedo al fracaso a veces puede frenar incluso los sueños más hermosos. Puede paralizar la voluntad e impedir creer que pueda existir una casa construida sobre roca. Puede persuadir de que la nostalgia de la casa es solamente un deseo juvenil y no un proyecto de vida. Como Jesús, decid a este miedo: "¡No puede caer una casa fundada sobre roca!". Como san Pedro, decid a la tentación de la duda: "Quien cree en Cristo, no será confundido". Sed testigos de la esperanza, de la esperanza que no teme construir la casa de la propia vida, porque sabe bien que puede apoyarse en el fundamento que le impedirá caer: Jesucristo, nuestro Señor.
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