Lunedì della III settimana del Tempo Ordinario






Dal Vangelo secondo Marco 3,22-30.

Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni». Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «E' posseduto da uno spirito immondo».


IL COMMENTO


Il Cielo, quando appare sulla terra, getta sempre scompiglio. Fin dal Principio, il respiro di Dio, l'amore che alberga nel seno stesso della Trinità, lo Spirito Santo, ha realizzato, come un fedele operaio, la volontà e la Parola del Padre. "Pensi alla creazione?; essa fu operata nello Spirito Santo che consolidava e ornava i cieli. Pensi alla venuta di Cristo? Lo Spirito l'ha prepa­rata e poi, nella pienezza dei tempi, l'ha realizzata discen­dendo su Maria. Pensi alla formazione della Chiesa? Essa è opera dello Spirito Santo. Pensi alla parusia? Lo Spirito non sarà assente neppure allora, quando i morti sorgeranno dalla terra e si rivelerà dal cielo il nostro Salvatore" (san Basilio, De Spiritu Sancto, 16 e 19). L'opera dello Spirito Santo fu chiara sin dal Principio quando "Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso (Gen. 1, 1s.)". La terra non aveva un ordine, vi regnava il lugubre silenzio della solitudine, l'angoscia si poteva toccare, come le tenebre fitte che la avvolgevano. E proprio su questo caos, alla Parola del Padre, planò «lo Spirito di Dio», e fu la luce, la separazione, l'ordine, l'armonia; tutto cominciò ad assumere il suo aspetto autentico trovando il proprio posto: le acque si raccolsero nel mare, le erbe e i semi germogliarono sulla terra, gli astri brillarono nel cielo, la notte fu distinta dal giorno.

Lo Spirito Santo aveva messo ordine, l'amore aveva dato senso ad ogni cosa. Lo Spirito di Dio, separando, distinguendo, ha detto e fatto e rivelato la Verità; la prima, fondamentale: l'uomo non è Dio, perchè Dio è diverso dall’uomo e, quindi, non è come vorremmo che fosse. Dio è Dio, l'uomo è creatura; e l'uomo ha bisogno di Dio, senza di Lui non può far nulla, anche quello che sembra poter fare non è altro che fumo, vanità, opere morte pronte a corrompersi. Infatti "Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine­ (Gen. 1, 26)". Plasmò l'uomo con il fango della terra. Certo diverso, più evoluto degli altri animali, ma tuttavia ancora una creatura guidata dagli istinti, senza la luce della ragione. Dio soffiò nelle sue narici uno spirito di vita e l'uomo divenne un essere vivente (Gen. 2, 7).

Di nuovo lo spirito di Dio che aveva aleggiato sulle acque, che aveva messo ordine al cosmo, ordina l'uomo rendendolo un essere spirituale, immagine del suo Creatore con il quale poter dialogare in intimità, in obbedienza e amore. Penetrando nell'uomo lo Spirito vi ha deposto il dono più grande, terribile e dolce ad un tempo, la libertà. In essa l'uomo avrebbe potuto amare davvero, ma anche odiare, obbedire o disobbedire. E fu disobbedienza, e fu un'altra separazione, tragica e dolorosa. Laddove la giusta separazione tra Creatore e creatura era stata come colmata dall'amore obbediente, la disobbedienza aveva scavato un'altra separazione, un abisso di lontananza che aveva rigettato uomo e universo nel caos.

Ma Dio, che non è uomo, non si è arreso al male: "L'amore appassionato di Dio per il suo popolo — per l'uomo — è nello stesso tempo un amore che perdona. Esso è talmente grande da rivolgere Dio contro se stesso, il suo amore contro la sua giustizia. Il cristiano vede, in questo, già profilarsi velatamente il mistero della Croce: Dio ama tanto l'uomo che, facendosi uomo Egli stesso, lo segue fin nella morte e in questo modo riconcilia giustizia e amore" (Benedetto XVI, Deus caritas est, n. 10). Dio ha tratto il suo Figlio dalla carne della Vergine Maria come in principio aveva tratto Adamo dalla terra vergine, per opera dello Spirito Santo (Mt. 1, 18). Lo Spirito Santo appare di nuovo sull'uscio della nuova e definitiva ricreazione. Nel seno di Maria, come nel seno dell'umanità, riporta l'ordine e il senso perduti. Il Cielo scende di nuovo sulla terra, ed è il Cielo più puro, più limpido, l'Amore incorruttibile nel seno incorruttibile della Vergine Maria. E lo Spirito non abbandona più Gesù, lo consacra in potenza nelle acque del Giordano; lo "getta" nell'arena del deserto per combattere e vincere nella lotta con satana; lo colma di sè per annunciare la Buona Notizia; lo assiste nei miracoli che liberano i poveri, i piccoli, i peccatori; lo assiste con grida e gemiti nell'ora della prova; lo accompagna sul ciglio della vita per essere effuso, nell'ultimo respiro, su ogni uomo, un soffio infinito di amore e misericordia a perdonare ogni peccato.

Questa l'opera dello Spirito Santo, l'ordine che spazza via il caos, l'uomo più forte che entra nella casa di un uomo forte per legarlo e rubargli le sue cose. L'opera dello Spirito Santo in Gesù di Nazaret, duemila anni fa a Cafarnao come oggi nella nostra vita. Sospinto da un amore incontenibile entra oggi nel caos che distrugge le nostre esistenze, il disordine affettivo, la confusione idolatrica che ci getta in ginocchio in una stolta adorazione di idoli muti, denaro, potere, onore, rispetto, lavoro, vacanze, diritti, libertà e autonomia, indipendenza.

Entra Gesù nella nostra casa e lega l'uomo forte. E' forte il demonio, molto più forte di noi, e ogni sua parola, ogni suo inganno mira a un unico obiettivo: farci dubitare di Dio, disperare del suo amore, bestemmiare contro lo Spirito Santo. Il demonio sa che in Cristo ogni peccato sarà perdonato. Il demonio conosce il cammino dato all'uomo per salvarsi, la conversione e l'umiltà, riconoscere i propri peccati, lasciarsi ferire dal dardo dell'amore di Dio e consegnarli ogni sudiciume. Belzeebul significa infatti Baal del sudiciume, signore dell'impuro. Il demonio sa che sbattuto dinnanzi alla Croce non può assolutamente nulla. Per questo induce l'uomo a sottrarsi alla Croce, all'umiltà, al riconoscersi deboli e al riconoscerlo forte; si nasconde, e scuote la ragione mostrando l'assurdo di un amore che "si rivolge contro se stesso". In fondo vi è caduto anche Mosè, quando ha dubitato che Dio non avrebbe potuto avere ancora misericordia di un Popolo tanto ostinato, e per questo non `entrato nella Terra. Ha dubitato anche Pietro, ed era satana, di fronte all'annuncio della stoltezza e della follia della Croce, di quell'amore inconcepibile.

Dubitiamo anche noi e ci risvegliamo sulla soglia della bestemmia contro lo Spirito Santo. Le parole "bestemmia" e "blasfemia" derivano entrambe dal greco blasphêmía, derivato da "ingiuriare", e da "reputazione", da cui deriva blasphemia in latino, che denota letteralmente la diffamazione. Ci troviamo soggiogati da un aguzzino feroce, in situazioni inestricabili, il marito violento, il lavoro insopportabile, un'amicizia tradita, un figlio schiavo della droga, i debiti, la Croce. E non vediamo nessuna via d'uscita ragionevole. Tutto sembra cospirare contro di noi, ed i miracoli, le opere d'amore compiute da Dio in nostro favore si rivestono di una tenebra sinistra, il veleno del dubbio, "che non sia tutto un caso, un inganno?". E cominciamo ad ad insultare, a diffamare Dio. Stringiamo i pugni, cediamo all'arroganza e alla superbia, architettiamo soluzioni e compromessi, e lasciamo Dio fuori dalla porta. La storia della salvezza, la creazione che ci ha sottratti al caos diviene ai nostri occhi un tragico scherzo del destino, coincidenze che ci hanno tratto in inganno. Mia moglie non cambierà mai, questo cancro distruggerà in un sol colpo ogni speranza, i soldi non mi basteranno, non troverò lavoro, un fidanzato. Non cambierò mai, gli stessi peccati mi inchioderanno alla dannazione.

Così, come ha scritto Romano Guardini, “il no, il male, il nulla si fanno momenti gravidi di contenuto, ‘valori antivalenti’, potenze del mondo. […] Il no viene considerato come appartenente al sì, il nulla come appartenente all’essere, il male come appartenente al bene: in ultima analisi, ed in maniera espressa, l’elemento satanico come appartenente a Dio, il che, secondo Matteo è il peccato in assoluto, la bestemmia contro lo Spirito Santo" (R. Guardini, Senso della teoria degli opposti, in "Opera omnia, I – Scritti di metodologia filosofica"). Diveniamo stolti come gli scribi scesi da Gerusalemme, incapaci di ragionare le cose più semplici, come il fatto che un regno diviso non può aver potere, che satana non può rivoltarsi contro se stesso. La stoltezza che nega l'evidenza del bene è la peggiore, è la condanna più atroce, quella che ci fa vivere come dei topi in gabbia. Il caos antecedente la creazione torna a sconvolgere le nostre vite, al punto di sbarrarci le porte alla conversione. San Tommaso d’Aquino afferma che il peccato contro lo Spirito Santo si dice irremissibile… perché toglie i mezzi con i quali ci compie la remissione dei peccati(S.Th. II, 14,3). Una "impermeabilità della coscienza" (Giovanni Paolo II) si impossessa del nostro intimo, ci getta nello sconforto e in una sorta di depressione spirituale.

Ma giunge oggi il Signore, forte, il più forte. Il suo potere è senza limiti. Il suo amore squarcia i Cieli e discende nella profondità più recessa del nostro intimo, laddove abbiamo alzato bandiera bianca, arrendendoci alla nostra debolezza. E prende per mano proprio questa debolezza, la schiavitù, il dubbio. E lega il demonio, incatena la menzogna, azzittisce l'orgoglio. Viene oggi il Signore ad aprirci gli occhi, e ci fa suo bottino, proprietà eterna del suo amore. Entra la Luce, il soffio dello Spirito a svelare la Verità: in ogni evento alberga un germe d'amore e di vita, il mistero nascosto agli angeli, l'amore fatto carne nei nostri fallimenti, in tutto quello che ci aveva condotti sull'orlo del baratro. Forte il Signore ci fa forti della sua fedeltà, ci strappa dalle mani del demonio, riporta ordine e pace, e ogni cosa al suo posto, nello scrigno della Sua volontà. Nulla è senza senso, ogni istante della nostra vita è la tessera di un mosaico d'amore. Viene Gesù e nel cuore e sulle labbra, laddove affiorava maligna la bestemmia, depone un canto di lode e di benedizione.




Evangelio según San Marcos 3,22-30.
Los escribas que habían venido de Jerusalén decían: "Está poseído por Belzebul y expulsa a los demonios por el poder del Príncipe de los Demonios".
Jesús los llamó y por medio de comparaciones les explicó: "¿Cómo Satanás va a expulsar a Satanás?
Un reino donde hay luchas internas no puede subsistir.
Y una familia dividida tampoco puede subsistir.
Por lo tanto, si Satanás se dividió, levantándose contra sí mismo, ya no puede subsistir, sino que ha llegado a su fin.
Pero nadie puede entrar en la casa de un hombre fuerte y saquear sus bienes, si primero no lo ata. Sólo así podrá saquear la casa.
Les aseguro que todo será perdonado a los hombres: todos los pecados y cualquier blasfemia que profieran.
Pero el que blasfeme contra el Espíritu Santo, no tendrá perdón jamás: es culpable de pecado para siempre".
Jesús dijo esto porque ellos decían: "Está poseído por un espíritu impuro".


COMENTARIO


El Cielo, cuando aparece sobre la tierra, siempre echa desbarajuste. Desde el Principio, el aliento de Dios, el amor que aloja en el seno mismo de la Trinidad, el Espíritu Santo ha realizado, como un fiel obrero, la voluntad y la Palabra del Padre. "¿Piensas en la creación?; ella fue obrada en el Espíritu Santo que consolidó y ornó los cielos. ¿Piensas en la llegada de Cristo? El Espíritu la tiene prepa­rada y luego, en la plenitud de los tiempos, la ha realizado discen­dendo sobre Maria. ¿Piensas en la formación de la Iglesia? Ella es obra del Espíritu Santo. ¿Piensas en la parusia? El Espíritu no será ausente tampoco entonces, cuando los muertos surjan de la tierra y se revelará del cielo a nuestro Salvador" (San Basilio, De Spiritu Sancto, 16.19). La obra del Espíritu Santo estuvo clara ya desde el Principio cuando "Dios creó el cielo y la tierra. Ahora la tierra era informe y desierta y las tinieblas revistievan el abismo" (Gen. 1, 1s.). La tierra no tenia una orden, reinava en ella el lúgubre silencio de la soledad, la angustia se podia tocar, como las tinieblas espesas que la envolvian. Y justo sobre este caos, a la Palabra del Padre, planeó "el Espíritu de Dios", y fue la luz, la separación, el orden, la armonía; todo empezó a asumir su aspecto auténtico, encontrando su propio lugar: las aguas se recogieron en el mar, las hierbas y las semillas brotaron sobre la tierra, los astros brillaron en el cielo, la noche fue distinguida por el día.

El Espíritu Santo puso orden, el amor dio sentido a cada cosa. El Espíritu de Dios, separando, distinguiendo, ha dicho y hecho y revelado la Verdad; la primera, la fundamental: el hombre no es Dios, porque Dios es diferente del hombre y, por lo tanto, no es como querríamos que fuera. Dios es Dios, el hombre es criatura; el hombre necesita de Dios, sin Él no puede hacer nada, también lo que parece pueda hacer solo es humo, vanidad, obras muertas listas para corromperse. En efecto "Dios dijo: Hacemos el hombre a nuestra imagen"­ (Gen. 1, 26). El plasmó el hombre con el barro de la tierra. Ciertamente diferente, más desarrollado que los otros animales, pero todavia una criatura conducida por los instintos, sin la luz de la razón. "Dios sopló en sus narices a un espíritu de vida y el hombre se volvió en ser viviente" (Gen. 2, 7).

De nuevo el Espíritu de Dios que aleó sobre las aguas, que puso orden al cosmos, ordena el hombre devolviéndolo un ser espiritual, imagen de su Creador con el que puede dialogar en intimidad, en obediencia y amor. Penetrándo en el hombre, el Espíritu depone en su intimo el regalo más grande, terrible y dulce a un tiempo, la libertad. En ella el hombre habría podido amar de veras, pero también odiar, obedecer o desobedecer. Y fue desobediencia, y fue otra separación, trágica y dolorosa. Donde la justa separación entre Creador y criatura fue como llenada por el amor obediente, la desobediencia escavó otra separación, un abismo de lejanía que echò hombre y universo en el caos.

Pero Dios, que no es hombre, no se ha rendido al mal: "El amor apasionado de Dios por su pueblo - para el hombre - es en el mismo tiempo un amor que perdona. Ello es tan grande que dirige Dios contra él mismo, su amor contra su justicia. El cristiano ve, en eso, ya delinearse veladamente el misterio de la Cruz: Dios quiere tanto el hombre que, haciéndose hombre Él mismo, lo sigue hasta en la muerte y de este modo reconcilia justicia y amor" (Benedicto XVI, Deus caritas est, n. 10). Dios ha traido su Hijo de la carne de la Virgen Maria, como al comienzo trajo Adán de la tierra a virgen, por obra del Espíritu Santo. El Espíritu Santo aparece de nuevo en la puerta de la nueva y definitiva recreacion. En el seno de Maria, como en el seno de la humanidad, reconduce el orden y el sentido perdido. El Cielo baja de nuevo sobre la tierra, y es el Cielo más puro, más límpido, el amor incorruptible en el seno incorruptible de la Virgen Maria. Y el Espíritu ya no abandona a Jesús, lo consagra en potencia en las aguas del Jordan; "lo echa" en la arena del desierto para combatir y vencer en la lucha con satana; lo llena de si para anunciar la Buena Noticia; lo asiste en los milagros que liberan a los pobres, los pequeños, los pecadores; lo asiste con gritos y gemidos en la hora de la prueba; lo acompáña hacia el arcén de la vida para ser derramado, en el último respiro, sobre cada hombre, un soplo infinito de amor y misericordia a perdonar cada pecado.

Esta es la obra del Espíritu Santo, el orden que echa fuera el caos, el hombre más fuerte que entra en la casa de un hombre fuerte para atarlo y robarle sus cosas. La obra del Espíritu Santo en Jesús de Nazaret, hace dos mil años a Cafarnaum como hoy en nuestra vida. Empujado por un amor incontenible entra hoy en el caos que destruye nuestras existencias, el desorden afectivo, la confusión idolátrica que nos echa de rodillas en una necia adoración de ídolos mudos, dinero, poder, honor, respeto, trabajo, vacaciones, libertad, autonomía, independencia.

Jesús entra en nuestra casa y liga al hombre fuerte. Es fuerte el demonio, mucho más fuerte de nosotros, y cada su palabra, cada su engaño mira a un único objetivo: hacernos dudar de Dios, desesperar de su amor, blasfemar contra el Espíritu Santo. El demonio sabe que en Cristo cada pecado será perdonado. El demonio conoce el camino entregado al hombre para salvarse, la conversión y la humildad, reconocer los propios pecados, dejarse herir del dardo de amor de Dios y entregarle cada mugre y inmundicia. Belzeebul significa en efecto Baal de la inmundicia, señor de lo impuro. El demonio sabe que puesto delante de la Cruz no puede absolutamente nada. Por éso induce al hombre a sustraerse a la Cruz, a la humildad, al reconocerse débil y al reconocerle a el fuerte; se esconde el demonio, y sacude la razón enseñando la absurdidad de un amor que "se dirige contra si mismo." En el fondo Moisés ha caído también en ello, cuando ha dudado que Dios no habría podido tener todavía misericordia de un Pueblo mucho obstinado, y por eso no entrò en la Tierra. Pedro también ha dudado, y fue satanas, frente al anuncio de la necedad y la locura de la Cruz, de aquel amor inconcebible.

Nosotros también dudamos y nos despertamos sobre el umbral de la blasfemia contra el Espíritu Santo. La palabra "blasfemia" deriva del griego blasphêmía, derivado de "injuriar", y de "reputación", de cuyo deriva blasphemia en latín y que literalmente denota la difamación. Nos encontramos subyugados por un torturador feroz, en situaciones inextricables, el marido violento, el trabajo insoportable, una amistad traicionada, un hijo esclavo de la droga, las deudas, la Cruz. Y no vemos ningun escape razonable. Todo parece conspirar en contra de nosotros y los milagros, las obras de amor cumplidas por Dios en nuestro favor, se revisten de una tiniebla de miedo, el veneno de la duda, "que no sea todo un caso, un engaño?". Y empezamos a a insultar, a difamar Dios. Apretamos los puños, cedemos a la arrogancia y a la soberbia, tramamos soluciones y compromisos, y dejamos Dios fuera de la puerta. La historia de la salvación, la creación que nos ha sustraído al caos se vuelve a nuestros ojos una trágica broma de la suerte, coincidencias que nos han traido en engaño. Mi mujer no cambiará nunca, este cáncer destruirá en un sol golpe cada esperanza, el dinero no me bastará, no encontraré trabajo, no havrà nunca un novio para mi. No cambiaré nunca, los mismos pecados me clavarán a la damnación.

Así, como Romano Guardini ha escrito, "el no, el mal, la nada, se hacen momentos grávidos de contenido, 'valores antivalores', potencias del mundo... en último análisis, y de manera expresa, el elemento satánico parece como perteneciente a Dios, el que, según Mateo, es el pecado en absoluto, la blasfemia contra el Espíritu Santo" (R. Guardini, Sentido de la teoría de los opuestos, en Obra omnia, Escritos de metodología filosófica). Nos ponemos necios como los escribas bajados de Jerusalén, incapaces de razonar las cosas más simples como el hecho que un reino dividido no puede tener poder, que satanas no puede revolverse contra si mismo. La necedad que niega la evidencia del bien es el peor, es la condena más atroz, la que nos hace vivir como ratones en jaula. El caos antecedente la creación vuelve a arropar nuestras vidas, al punto de cerrarnos las puertas a la conversión. Santo Tomaso de Aquino afirma que "el pecado contra el Espíritu Santo se dice irremisible porque quita los medios con los que se cumple la remisión de los pecados" (S.Th. II, 14,3). Una "impermeabilidad de la conciencia" (Juan Pablo II) se adueña de nuestro íntimo, nos echa en el desaliento y en un tipo de depresión espiritual.

Pero hoy llega el señor, fuerte, el más fuerte. Su poder está sin límites. Su amor desgarra los Cielos y desciende en la profundidad más desistida de nuestro íntimo, donde ya hemos levantado bandera blanca, rindiéndonos a nuestra debilidad. Y no coge por la mano, toma justo esta debilidad, la esclavitud, la duda. Y ata el demonio, encadena la mentira, apaga el orgullo. Viene hoy el Señor a abrirnos los ojos, y hace de nosotros su botín, propiedad eterna de su amor. Entra la Luz, el soplo del Espíritu, a desvelar la Verdad: en todo evento aloja un germen de amor y vida, el misterio escondido a los ángeles, el amor hecho carne en nuestras quiebras, en todo lo que nos ha conducido hacia el borde del abismo. Fuerte el Señor nos hace fuertes en su fidelidad, nos arranca de las manos del demonio, reconduce orden y paz, y cada cosa pone a su sitio, en el cofre precioso de Su voluntad. Nada está sin sentido, cada instante de nuestra vida es la pieza de un mosaico de amor. Viene Jesús y en el corazón y sobre los labios, donde afloró maligna la blasfemia, depone un canto de alabanza y bendición.

Il peccato contro lo Spirito Santo - Giovanni Paolo II, "Dominum et vivificantem"


- 46 - Sullo sfondo di ciò che abbiamo detto finora, diventano più comprensibili alcune altre parole, impressionanti e sconvolgenti, di Gesù.
Le potremmo chiamare le parole del “non-perdono”.
Esse ci sono riferite dai Sinottici (Vangeli sinottici sono i tre Vangeli di Matteo – Marco – Luca), in rapporto ad un particolare peccato, che è chiamato “bestemmia contro lo Spirito Santo”.


Eccole come sono state riferite nella triplice loro redazione.

Matteo
“Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata.
A chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito non gli sarà perdonata, né in questo secolo, né in quello futuro”.

Marco
“Tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini, e anche tutte le bestemmie che diranno, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna”.

Luca
“Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo non sarà perdonato”.

Perché la bestemmia contro lo Spirito Santo è imperdonabile?
Come intendere questa bestemmia?


Risponde San Tommaso d'Aquino, che si tratta di un peccato:
“irremissibile secondo la sua natura, in quanto esclude quegli elementi, grazie ai quali avviene la remissione dei peccati”.
Secondo una tale esegesi la “bestemmia” non consiste propriamente nell'offendere con le parole lo Spirito Santo; consiste, invece, nel rifiuto di accettare la Salvezza che Dio offre all'uomo, mediante lo Spirito Santo, operante in virtù del Sacrificio della Croce.

Se l'uomo rifiuta quel “convincere quanto al peccato”, che proviene dallo Spirito Santo ed ha carattere salvifico, egli insieme rifiuta la “venuta” del Consolatore - quella “venuta” che si è attuata nel Mistero Pasquale, in unità con la Potenza Redentrice del Sangue di Cristo: il Sangue che “purifica la coscienza dalle opere morte (del peccato)”.

Sappiamo che frutto di una tale purificazione è la remissione dei peccati.

Pertanto, chi rifiuta lo Spirito e il sangue rimane nelle “opere morte”, nel peccato.

E la bestemmia contro lo Spirito Santo consiste proprio nel rifiuto radicale di accettare questa remissione, di cui Egli è l'intimo dispensatore e che presuppone la reale conversione, da Lui operata nella coscienza.

Se Gesù dice che la bestemmia contro lo Spirito Santo non può essere rimessa, né in questa vita né in quella futura, è perché questa “non-remissione” è legata, come a sua causa, alla “non penitenza”, cioè al radicale rifiuto di convertirsi.
Il che significa il rifiuto di raggiungere le fonti della Redenzione, le quali, tuttavia, rimangono “sempre” aperte nell'economia della salvezza, in cui si compie la Missione dello Spirito Santo. Questi ha l'infinita potenza di attingere a queste fonti:
“Prenderà del Mio” - ha detto Gesù.
In questo modo, Egli completa nelle Anime Umane l'Opera della Redenzione, compiuta da Cristo, dispensandone i frutti.

Ora, la bestemmia contro lo Spirito Santo è il peccato commesso dall'uomo, che rivendica un suo presunto “diritto” di perseverare nel male - in qualsiasi peccato - e rifiuta, così, la Redenzione.

L'uomo resta chiuso nel peccato, rendendo, da parte sua, impossibile la sua conversione e, dunque, anche la remissione dei peccati, che ritiene non essenziale o non importante per la sua vita.
È, questa, una condizione di rovina spirituale, perché la bestemmia contro lo Spirito Santo non permette all'uomo di uscire dalla sua auto-prigionia e di aprirsi alle Fonti Divine della purificazione, delle coscienze e della remissione dei peccati”.



Isacco della Stella (? - circa 1171), monaco cistercense
Discorsi, 39,2-6 ; SC 207, 321

L'invidia : una bestemmia contro lo Spirito

« Scaccia i demoni per mezzo del principe dei demòni »... È una particolarità propria ai caratteri pervertiti e spinti dallo spirito di invidia, chiudere gli occhi, per quanto sia possibile, sul merito altrui e quando, vinti dall'evidenza, non lo possono più, disprezzarlo o travisarlo. Così ogni volta che la folla esulta nella devozione e si meraviglia alla vista delle opere di Cristo, gli scribi e i farisei chiudono gli occhi a quello che pur sappiano vero o abbassano ciò che è grande, o travisano ciò che è buono. Una volta, per esempio, facendo finta di non conoscerlo, dicono all'autore di tanti segni meravigliosi : « Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti ? » (Gv 6,30). In questo, non potendo negare il fatto con impudenza, lo disprezzano con cattiveria, chiedendo un segno dal cielo, come se quel segno fosse terreno e basso, e lo travisano dicendo : « Scaccia i demoni per mezzo di Beelzebùl, il principe dei demoni ».

Ecco, carissimi, quella bestemmia contro lo Spirito che lega coloro che ha presi con le catene di una colpevolezza eterna. Non è che sia rifiutato al penitente il perdono di tutto, se fa opere degne della conversione (Lc 3,8). Soltanto che, schiacciato sotto un tale peso di malizia, non ha la forza di aspirare a quella degna penitenza che attira il perdono. In virtù di un profondo e giusto giudizio di Dio, colui che, mentre percepisce con evidenza in suo fratello la grazia e l'opera dello Spirito Santo, non potendo negarla e stimolato dall'invidia, non teme di travisare e di calunniare e di attribuire con impudenza allo spirito cattivo ciò che sa appartenere allo Spirito Santo, questi è così abbandonato dallo Spirito di grazia, al quale fa questo affronto, che ormai, oscurato e accecato dalla propria malizia, non accetta più la penitenza che gli otterebbe il perdono. Cosa di più grave infatti che osare, per invidia per un fratello che abbiamo ricevuto l'ordine di amare come noi stessi, bestemmiare la bontà di Dio che dobbiamo amare più che noi stessi e insultare la maestà di Dio, volendo disprezzare un uomo ?




Orígenes (hacia 185-253), presbítero y teólogo
Homilías sobre el Éxodo, nº 1, 5

«Expulsa a los demonios»

Reconoce: «en ti ha surgido un nuevo rey, un rey de Egipto». Es él quien te requisa para sus trabajos, te obliga a fabricar ladrillos y mortero. Es él quien te impone capataces y vigilantes, el que te empuja a través del látigo y de la vara a trabajos de tierra, te fuerza a construirle ciudades. Es él el quien te incita a recorrer el mundo, a remover tierras y mares para satisfacer tus codicias...

Este rey de Egipto sabe que la guerra es inminente. Presiente la venida de «aquel que puede despojar sus principados y potestades, triunfar sobre ellas con audacia y clavarlas en el madero de la cruz»...; siente ya próxima la hora de la destrucción de su pueblo. Por eso declara: «¡El pueblo de Israel es más fuerte que nosotros!» ¡Que pueda decir lo mismo refiriéndose a nosotros y nos sintamos más poderosos que él! ¿Cómo lo sentirá? Si no acojo los malos pensamientos y los deseos perversos que él me inspira; si rechazo «sus flechas incendiarias con la armadura de la fe»; si cada vez que hace alguna insinuación a mi alma, acordándome de Cristo mi Señor, le digo: «Vete, Satanás, porque está escrito: 'Al Señor, tu Dios, adorarás y a él sólo servirás'»...

Porque el Señor Jesús viene..., para someter a los «principados, dominaciones y potestades», para sustraer a los hijos de Israel a las violencias de sus enemigos..., para enseñarnos de nuevo a ver a Dios en espíritu, a abandonar los trabajos del Faraón, a salir de la tierra de Egipto, a renunciar a las bárbaras costumbres de los egipcios, «a abandonar al hombre viejo corrompido por deseo de placer y a revestirnos del hombre nuevo creado según Dios», «a renovar nuestro interior día a día» según la imagen del que nos ha creado, Jesucristo nuestro Señor, a quien sean dadas la gloria y el poder por los siglos de los siglos. Amén




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