25 Gennaio. Conversione di San Paolo Apostolo






Dal Vangelo secondo Marco 16,15-18.

Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».







IL COMMENTO

Un uomo lanciato in uno zelo smisurato. E un amore più grande d'ogni entusiasmo. Un amore d'acciaio che arriva come un fendente, e rovescia la vita. E tutto quello che è stato, certezze che sembravano rocce, e la storia, e i Padri, e i bagagli, e le tradizioni, tutto travasato nel buio della cecità da una voce che scandisce una presenza e che trapassa il cuore. E anni di silenzi, il deserto, e occhi poggiati sul nulla, e quella voce a risuonar dentro, e le voci amiche di chi era nemico a raccontare l'amore che ha vinto la morte. La vita in un frullatore a rimestare ogni molecola; il ricordo vivo di pietre e sangue ed il volto di un angelo piegato sulle ginocchia, una sapienza sconosciuta a consegnare la vita per lui, gemello fedele del suo Signore. Quell'immagine, quell'uomo piagato eppure sfolgorante di Cielo era lì, conficcata nella memoria, e s'intrecciava con quella voce che lo aveva afferrato e scaraventato giù dalla vita.

Saulo di Tarso, quello che uccideva i cristiani era lì, in quell'eremo d'Arabia, ridiventato bambino, la mano stretta in quella di Anania, a camminare a ritroso nella storia dei suoi, ed ogni passo scioglieva il buio, e le cose si facevano chiare, e poi vere, e poi nette come un mattino sferzato di tramontana. E sempre Stefano impresso nella memoria, la sua voce così simile a quella voce che lo aveva rapito e sconvolto, il suo volto così uguale a quello che lo aveva sedotto sulla via di Damasco. Era Stefano, era il Profeta di Nazaret, erano i piccoli che stava per mettere in catene. Non capiva, e intuiva. E poi la luce, un abbaglio più intenso ed ecco tutto era chiaro. La Verità aveva bussato, senza preavviso, se non quel volto tumefatto che gli era sembrato un angelo del Cielo. Allora era vero quel morire come un agnello, era vero che il Messia era il Servo, era vero che il Crocifisso era risorto.

Eccola la Storia di salvezza, ecco le promesse, l'Alleanza, la Terra, la Legge, la Pasqua. Ecco, tutto parlava di Lui, era Gesù. Sì, in quelle poche parole del Maestro piombategli come un dardo improvviso sin dentro le midolla, in quel "perchè mi perseguiti?" c'era tutto, la Chiesa, la Vita, la Verità, la Via, il perdono, l'amore. Quell'amore s'era impadronito di lui, ed era fuoco, ormai incontenibile. Partire, correre, e annunciare. Non era possibile arrestare quel fiume in piena, l'amore si faceva avventura, e lingue nuove da parlare in ogni centimetro del mondo e dei secoli; e serpenti tra le mani, e veleni nella gola, e nulla poteva recare danno al vangelo; persecuzioni dietro ad ogni angolo, ed il dolore più grande, lancinante, come quello che aveva trapassato il costato del suo nuovo Signore: i fratelli, il suo stesso sangue, che s'eran fatti nemici; e poi malati guariti, e comunità fondate in ogni città.

Era vivo Gesù, era vivo in Lui, era vittorioso e vinceva, nelle sue parole, ogni demonio. La conversione è ritorno, è teshuvà, è un cammino, sin dentro le radici, per scoprire un'elezione ed un amore eterni. Paolo, santo nella santità di Dio, come ciascuno di noi, lanciato nello zelo delle proprie idee, delle proprie storie, sino all'incontro decisivo, che disarciona dai giumenti delle certezze per abbandonarci ad un amore più grande, che illumina ogni rivolo delle nostre vite, che svela il senso misterioso di chi ha perduto la vita per noi. Un incontro, e la scintilla della conversione, una dolcezza ferma e vera che seduce e accompagna nel cammino alla Verità. Il ritorno più autentico, alle radici d'ogni nostra unica e irripetibile vita. Alle origini, nell'eterno che ci ha generati vi è il suo amore eterno, in esso, e solo in esso, è racchiuso il senso che colma l'esistenza. E allora è zelo nuovo che straripa da un cuore ricreato, il cuore di Cristo al posto della pietra, il volto presentato ai flagellatori invece delle pietre scagliate contro l'Agnello. E la vita scoperta come una missione meravigliosa, amore che colma e che si fa annuncio, ovunque, sino al dono totale di sé. San Paolo e ciascuno di noi nel cammino di conversione, il cammino della Vita vera, tutto a tutti per e in Colui che si è fatto tutto per ciascuno di noi.





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Evangelio según San Marcos 16,15-18.

Entonces les dijo: "Vayan por todo el mundo, anuncien la Buena Noticia a toda la creación.
El que crea y se bautice, se salvará. El que no crea, se condenará.
Y estos prodigios acompañarán a los que crean: arrojarán a los demonios en mi Nombre y hablarán nuevas lenguas;
podrán tomar a las serpientes con sus manos, y si beben un veneno mortal no les hará ningún daño; impondrán las manos sobre los enfermos y los curarán".



COMENTARIO


Un hombre lanzado en un celo ilimitado. Y un amor más grande de cualquier entusiasmo. Un amor de acero que llega como un hendiente, y vuelca la vida. Y todo lo que ha sido, certezas que parecieron rocas, y la historia, los Padres, los equipajes, las tradiciones, todo trasegado en la oscuridad de la ceguera por una voz que recalca una presencia y que traspasa el corazón. Y años de silencios, el desierto, y ojos apoyados sobre la nada y aquella voz que resuena, y las voces amigas de quien fue hostil a contar el amor que ha vencido la muerte. La vida en una batidora a revolver cada molécula; el recuerdo vivo de piedras y sangre y el rostro de un ángel agachado sobre las rodillas, una sabiduría desconocida hecha carne entregada por él. Aquella imagen, aquel hombre llagado sin embargo deslumbrante de Cielo estava allí, clavada en la memoria, y se entrelazó con aquella voz que lo agarró
derribándolo de su vida
.

Saulo de Tarso, lo que mató a los cristianos estava allí, en aquella ermita de Arabia, convertido en un niño, la mano estrecha en aquella de Anania, y un caminar a reacio en la historia de los suyos, y cada paso desatava la oscuridad, y las cosas se hacian claras, y luego verdaderas, y luego netas como un mañana azotado por el viento del norte. Y siempre Esteban imprimido en la memoria, su voz tan parecida a aquella voz que lo secuestró y trastorneò, su rostro tan igual a aquéllo que lo sedujo en el camino hacia Damasco. Era Esteban, era el Profeta de Nazaret, eran los pequeños que estuvo a punto de poner en cadenas. No entendia, pero intuya. Y luego la luz, un deslumbro más intenso y ya todo se ponia claro. La Verdad llamó, sin preaviso, si no aquel rostro tumefacto que le pareció un ángel del Cielo. Entonces era Verdad aquel morir como un cordero, era Verdad que el Mesías tenia que ser el Siervo, era Verdad que el Crucifijado habia resucitado.

He aquì la Historia de salvación, he aquí las promesas, la alianza, la Tierra, la Ley, la Pascua. He aquí, todo hablava de Él, todo preanunciava Jesús. Sí, en aquellas pocas palabras del Maestro caídas como un dardo repentino hasta dentro de las médulas, en aquel "¿porque me perseguies?" estava todo, la Iglesia, la Vida, la Verdad, la Calle, el perdón, el amor. Aquel amor se apoderó de él, y fue fuego, ya incontenible. Partir, correr, y anunciar. No ha sido posible parar aquel río en riada, el amor se hizo aventura, y lenguas nuevas que hablar en cada centímetro del mundo y en los siglos; serpientes entre las manos y venenos en la garganta y nada podia hacer daño al Evangelio; persecuciones escondidas detras de cada rincón, y el dolor más grande, lancinante como aquél que traspasó el costado de su nuevo Señor: los hermanos, su misma sangre, que se habian vueltos hostiles; y luego enfermos curados, y comunidades fundadas en cada ciudad.

Estava vivo Jesús, estava vivo en Él; era victorioso el Señor y vencia, en sus palabras, cada demonio. La conversión es una vuelta, la teshuvà, un camino hasta dentro de las raíces, para descubrir una elección y un amor eternos. Pablo, santo en la santidad de Dios como cada uno de nosotros, lanzados en el celo de las propias ideas, de las propias historias, hasta al encuentro decisivo, que desarzona de la yegua de las certezas para abandonarse a un amor más grande. Ese amor ilumina cada riachuelo de nuestras vidas, desvela el sentido misterioso de quien ha entregado la vida por nosotros. Un encuentro y la chispa de la conversión, una dulzura firme y verdadera que seduce y acompaña en el camino a la Verdad. La vuelta más auténtica, la que lleva a las raíces de cada nuestra vida única e irrepetible. A los orígenes, en lo eterno que nos ha engendrado hay su amor eterno, en ello, y sólo en ello, està encerrado el sentido que llena nuestra existencia. Al encontrar las raices, la auteticidad de nuestra vocacion, se libra el celo nuevo que desborda de un corazón recreado, el corazón de Cristo en lugar de la piedra, el rostro presentado a los flageladores en lugar de las piedras arrojadas contra el cordero. Y se descubre la vida como una misión maravillosa, amor que colma y que se hace anuncio, en todo lugar, hasta la entrega total de si. San Pablo y cada uno de nosotros en el camino de conversión, el camino de la Vida verdadera. Todo para todos, por y en Quien se ha hecho todo para cada uno de nosotros.





San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d’Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia su san Paolo, 4, § 1-2

« Che devo fare, Signore ? »

Il beato Paolo, che ci raduna oggi, ha illuminato la terra. Nell’ora della sua chiamata è stato accecato ; eppure questa cecità ha fatto di lui una fiaccola per il mondo. Vedeva chiaro per fare il male ; nella sua sapienza, Dio lo ha accecato per poi rischiararlo per il bene. Dio non gli ha semplicemente manifestato la sua potenza ; gli ha anche rivelato il cuore della fede che avrebbe dovuto predicare. Occorreva cacciare lontano da lui tutti i suoi pregiudizi, chiudere gli occhi e abbandonare le false luci della ragione per scorgere la retta dottrina, « farsi stolto per diventare sapiente », come egli dirà più tardi (1 Cor 3,18)… Nessuno creda tuttavia che questa vocazione gli fosse stata imposta ; Paolo era libero di scegliere…

Ardente, impetuoso, Paolo aveva bisogno di un freno energico per non disprezzare, travolto dalla foga, la voce di Dio. Dio quindi ha prima represso tale impeto ; mentre lo colpisce di cecità, placa la sua ira ; poi gli parla. Gli fa conoscere la sua sapienza ineffabile, perché riconosca colui che prima combatteva e capisca che non può più resistere alla sua grazia. Non è la mancanza di luce che lo ha accecato, bensì la sovrabbondanza di luce.

Dio ha scelto proprio il momento ; Paolo è il primo a riconoscerlo : « Quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di rivelare a me suo Figlio » (Gal 1, 15)…Impariamo dunque per bocca stessa di Paolo che nessuno ha mai trovato Cristo per mezzo del proprio spirito. È Cristo ad essersi rivelato e fatto conoscere. Così dice il Salvatore : « Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi » (Gv 15,16).



San Cirilo de Jerusalén (313-350), obispo de Jerusalén, doctor de la Iglesia
Catequesis bautismal, 10

«¿No es éste el que nos perseguía?» (Hch 9,21)

«No nos predicamos a nosotros mismos, predicamos que Cristo es Señor, y nosotros siervos vuestros por Jesús» (2C 4,5). ¿Quién es ese testigo que anuncia a Cristo? El que antes era su perseguidor. ¡Qué maravilla! El que hasta hace poco era perseguidor, ahora anuncia a Cristo. ¿Por qué? ¿Será que lo han comprado? Pero no es él persona para dejarse persuadir de esta forma. ¿Es el hecho de haber visto a Cristo en esta tierra que lo ha cegado? Pero Jesús ya había subido al cielo. Saulo había salido de Jerusalén para perseguir a la Iglesia de Cristo, y tres días más tarde, en Damasco, el perseguidor se había transformado en predicador. ¿Bajo qué influencia? Algunos apelan a gente de su partido como testigos en favor de sus amigos. Yo, digo lo contrario, a ti, mi antiguo enemigo, te he hecho mi testigo.

¿Todavía dudas? Grande es el testimonio de Pedro y de Juan, pero... eran personas de casa. Cuando el testigo es el antiguo enemigo, un hombre que más tarde morirá por la causa de Cristo, ¿quién podría todavía dudar del valor de su testimonio? Estoy lleno de admiración por los planes del Espíritu Santo...: concede a Pablo, el antiguo perseguidor, escribir sus catorce cartas... Puesto que no se podía contradecir su enseñanza, concedió al que anteriormente había sido su enemigo y perseguidor, escribir más que Pedro y Juan; así vemos como es sólida nuestra fe común. En cuanto a Pablo, efectivamente, todos quedaban estupefactos: «¿Acaso no es éste el mismo que nos perseguía? ¿No vino aquí para llevársenos encadenados?» (Hch 9,21). No estéis tan extrañados, decía Pablo. Lo sé muy bien; para mí «es duro dar coces contra el aguijón» (Hch 26,14). «No soy digno de llamarme apóstol, porque he perseguido a la Iglesia de Dios» (1C 15,9); «Dios tuvo compasión de mí, porque no sabía lo que hacía»... «Dios derrochó su gracia en mí» (1Tm 1,13-14).



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